Scritto da Daniele Cosentino
“Questo matrimonio non s’ha da fare …né domani né mai” …chi non ricorda questa frase de I promessi sposi? Renzo e Lucia, Don Rodrigo, l’Innominato, la monaca di Monza e un’infinità di altri personaggi hanno segnato i nostri anni di liceo. A fare da sfondo alla vicenda narrata da Manzoni, la dominazione spagnola sul Ducato di Milano: il Conte Zio, Ferrer che incita il suo cocchiere a proseguire “adelante con juicio”, i lanzichenecchi, eccetera.
Ma perché, nel ‘600, epoca in cui è ambientato il romanzo, la Lombardia è dominata dalla Spagna? Perché circa un secolo prima, per l’esattezza il 24 febbraio 1525, si svolse la celebre Battaglia di Pavia, in cui si fronteggiavano i due più potenti sovrani dell’epoca: Francesco I di Francia and Carlo V d’Asburgo. Fu uno scontro non solo fra due potenze, ma fra due modelli di stato opposti, potremmo dire fra due epoche.
Da un lato la Francia, forse il primo “stato moderno” d’Europa, governata da Francesco I, amante dell’arte, amico di Leonardo da Vinci, permeato da spirito cavalleresco. Dall’altro Carlo V d’Asburgo, austero, intransigente cattolico, che dominava l’Europa dalla penisola iberica a Vienna. La battaglia si svolse proprio nel parco del Castello Visconteo, dove i lanzichenecchi di Carlo V riuscirono nottetempo ad aprire diverse brecce nelle mura, cogliendo di sorpresa l’armata francese.
Tuttavia Francesco I, dopo una prima fase di smarrimento, riuscì a riorganizzare le proprie forze e a sbarrare con un intenso fuoco d’artiglieria la strada agli imperiali. Verso l’alba però, avvenne l’irreparabile. Francesco I, intriso com’era di spirito cavalleresco, si lanciò, alla testa della propria cavalleria in un coraggioso assalto contro le postazioni nemiche.
Così facendo interpose la cavalleria francese (e se stesso) fra il nemico e la propria artiglieria, costringendo involontariamente i suoi cannoni a tacere. Spintisi troppo in avanti e perso il contatto con la propria armata, i cavalieri francesi furono annientati dal fuoco incrociato del nemico, e Francesco I, pur battendosi con valore, venne ferito e fatto prigioniero presso la celebre Cascina Repentita, nel parco del Castello Visconteo.
La Battaglia di Pavia, conclusasi a favore di Carlo V, sancì quindi il definitivo dominio degli Asburgo sul Milanese, che era non solo un territorio economicamente avanzato, ma anche un collegamento strategico fra il Mediterraneo e l’Europa centro-settentrionale. Lo scontro fra le due armate fu uno di quegli eventi capaci di indirizzare per secoli il corso della storia, non per niente la Spagna dominerà sul Milanese per i successivi 170 anni.
Sulla nostra regione calerà la cappa di intolleranza degli Asburgo e della Controriforma, e persa l’autonomia, il nostro territorio verrà fortemente impoverito. Nel 2025 cade il cinquecentesimo anniversario di questo evento fondamentale nella storia d’Europa: non perdete l’occasione di visitare con noi i luoghi che hanno fatto da sfondo alla battaglia.
Quale sarebbe stato il destino della Lombardia, e del paese intero, se Francesco I non avesse perso, per troppo coraggio e poca avvedutezza, la Battaglia di Pavia? Non lo sapremo mai, ma di certo non ci sarebbe stato nessun Don Rodrigo a ostacolare il matrimonio di Renzo e Lucia.